Le opere del Caravaggio
A dispetto di una vita non lunghissima e alquanto movimentata, Caravaggio riuscì a segnare lo sviluppo della pittura seicentesca, imprimendogli un forte interesse verso il realismo e aprendo la strada ad un uso molto innovativo della luce.
Le prime opere compiute risalgono al 1593 e le ultime allo stesso anno della morte. In poco meno di un ventennio generò una grande varietà di soggetti, scene e immagini dalla bellezza straordinaria.
NATURA MORTA – Caravaggio segna l’avvio di un nuovo genere di pittura: la natura morta. Da questo momento in poi, fiori e frutta rappresenteranno un filone significativo della pittura italiana. Il dipinto più famoso certamente è la Canestra di frutta (1597 – 1598) che il cardinale Del Monte regalò a Federico Borromeo e che oggi è conservata alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Per la prima volta elevata a soggetto principale di un’opera, neanche la frutta sfugge al realismo di Caravaggio: le foglie sono rovinate e i frutti sono corrosi dai parassiti. Ma proprio perchè assolutamente veri, essi lasciano lo spettatore senza parole.
Molto interessante è anche il vaso di fiori che Caravaggio ha inserito nel Ragazzo morso dal ramarro ( 1595 – 1596). La trasparenza del vaso svela i gambi dei fiori in uno splendido gioco di luci e trasparenze.
SOGGETTI MITOLOGICI E POPOLARI – Uno dei più conosciuti dipinti di Caravaggio è certamente il Bacchino malato (1593 – 1594), conservato alla Galleria Borghese di Roma. C’è poi la Medusa (1598), commissionata dal Cardinale Del Monte per Ferdinando dei Medici ed oggi conservata agli Uffizi. Molto interessante l’Amor vincit omnia (1602 – 1603) dove l’amorino è ritratto in una posa alquanto insolita. Questo, come molti altri soggetti effeminati di Caravaggio, hanno a lungo fatto discutere circa una possibile omosessualità del pittore, che tuttavia non trova riscontri storici. Moltissimi sono poi i dipinti che raccontano di un mondo spesso ignorato: di vicoli, di gente del popolo, di garzoni, venditori ambulanti e prostitute. E’ un mondo scomodo ma vivo e presente, dal quale Caravaggio era affascinato. Basti ricordare, ad esempio, il Cavadenti (1608 – 1609).
RITRATTI E AUTORITRATTI – Caravaggio dipinse il Ritratto di un Cavaliere di Malta (1608) nello stesso anno in cui fu ammesso e poi escluso dall’Ordine dei Cavalieri di Malta. L’occhio cade inevitabilmente sulla casacca del cavaliere e sulla quella grande croce bianca che emerge prepotentemente dal buio. Il suo modello fu Alof de Wignocount, Gran Maestro dei Cavalieri di Malta, per il quale dipinse anche un Ritratto ( 1607-1608). In esso, appare anche un paggio: elemento piuttosto insolito nel genere.
In moltissimi dipinti inoltre Caravaggio inserisce se stesso. In Davide con la testa di Golia, dipinto nell’anno della morte, un Davide dal volto triste porta in primo piano una testa da cui gocciola sangue: è la testa di Caravaggio.
SCENE SACRE - Moltissimi sono i dipinti che ritraggono Santi, Madonne con Bambino e scene del vecchio e nuovo testamento. La loro rappresentazione è tuttavia sempre atipica e anticonvenzionale, come tutta l’opera e la vita di Caravaggio.
Nuova è, ad esempio, è l’ambientazione della Conversione di San Paolo (1600 – 1601), folgorato dalla luce divina nella penombra di una scuderia. Così come appare alquanto particolare la posa in cui il Santo viene immortalato in San Matteo e l’Angelo ( 1602). Le vesti, segnate da uno splendido chiaro-scuro, lasciano scoperto un piede che, secondo i committenti, non dovrebbe invece essere visto. Ma finché si tratta di questi particolari, non c’è nulla di serio. Molto più ardita è la Madonna dei Palafrenieri (1605 – 1606) con quel Gesù che sembra un bambino ai suoi primi passi e con la Madonna che, sporgendosi in avanti, mostra una seducente scollatura. Per non parlare della Morte della Vergine (1605 – 1606): rifiutando il concetto dell’Ascensione in cielo, Caravaggio dipinge una Madonna priva di vita. E ne mostra, senza pudore, le caviglie e il volto gonfio. |
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